Il Discorso del Re (The King's Speech) - La Recensione

Incredibile a volte come i numeri siano superflui. Come accadde nel 2008 con “Il Curioso Caso di Benjamin Button” , anche quest’anno agli Oscar potrebbe ripetersi di nuovo la storia del film favorito che rimane (quasi) a mani vuote. Per il film di David Fincher erano state 13 le nomination (3 quelle portate a casa), per “Il Discorso del Re” di Tom Hooper, sono 12, è il super-favorito di quest'anno, ma prevedo (anzi spero!) che per lui tocchi la stessa sorte!

Bertie (Colin Firth), secondo figlio di Re Giorgio V, soffre di un particolare problema: è balbuziente. Nonostante i numerosi rimedi con cui ha cercato di farne fronte, non è mai riuscito a guarire il suo “handicap”, ma forse sua moglie Elisabetta (Helena Bonham Carter) ha trovato la persona che fa al caso suo. Il logopedista Lionel Logue (Geoffrey Rush) il quale, anche se usa alcuni comportamenti un pò irrispettosi nei confronti del suo “alto” cliente, sembra riuscire a fargli fare buoni progressi. Le cose si complicano quando il Re Giorgio V muore e lascia il trono al suo primogenito Edoardo VIII (Guy Pierce) (fratello maggiore di Bertie), che subito manifesta di non essere la persona più adatta per fare il Re. Costretto ad abdicare quasi immediatamente per sposare la donna che ama (non molto ben vista dalla chiesa), toccherà a Bertie (diventato Giorgio VI) prendere le redini del trono, il tutto in un pessimo momento che vede avvicinarsi la guerra con la Germania e un discorso da fare al suo popolo.

Dopo la visione del film ci si chiede immediatamente come possa un prodotto simile essere "il possibile film dell’anno". Non coinvolge minimamente, eppure la storia non era niente male, quello che dovrebbe essere il suo punto di forza, il rapporto tra un Re e un logopedista (metafora del ricco e del povero a confronto) non funziona bene come dovrebbe, inoltre il film si presenta visivamente in un modo freddissimo e con scene così povere alla vista da sembrare sciatte. Sicuramente una (discutibile) scelta voluta, però all’occhio di chi vede sembra più di assistere alla visione di un filmetto di bassa lega.

E quindi poco importa se veramente l’unica vera nota positiva del film si limita alle interpretazioni degli attori. Un bravissimo Geoffrey Rush nei panni di un particolare logopedista appassionato di Shakespeare. Il suo personaggio è poco strutturato ma la sua interpretazione per quello che poteva fare è di ottimo livello (forse la migliore del film). Altrettanto bravo, e super favorito per la statuetta di miglior attore (cosi pare almeno!), Colin Firth. Davvero impressionante il lavoro che ha fatto nella balbuzie, che trova il suo apice nel discorso finale che precede la fine del film (tra l'altro il suo è anche il personaggio scritto meglio!). A portare bandiera nella categoria femminile Helena Bonham Carter, che ancora una volta non macchia la sua striscia di ottima attrice. Non ha una parte estesa e di buono spessore come i suoi colleghi maschili, è vero, ma a lei non servono grandi ruoli per dimostrare quanto vale. Per Guy Pierce purtroppo non posso espormi visto che lo si vede solo per pochi istanti!

Ottime prove per un' opera non all'altezza (per rimanere in tema!). Una vera delusione. Chi si aspetta qualcosa di speciale rimarrà profondamente deluso come anche chi si aspetta qualcosa di molto buono. “Il Discorso del Re” è un prodotto medio, (per chi scrive è medio-basso!) che di certo si farà dimenticare velocemente. Se ci aggiungiamo il fatto che uscirà anche in poche copie è probabile che nel nostro paese non andrà neanche benissimo, visto che non potrà giocarsi nemmeno l’arma del passaparola (anche se nel primo week-end potrebbe sfruttare l'ondata forte delle nomination ricevute e magari riuscire a fare abboccare un pò di persone).

In conclusione, l’unica cosa che veramente pare, è che il film che ha ricevuto più candidature agli Oscar, quest’anno è quello più debole in assoluto. E non è un esagerazione!

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