When Evil Lurks - La Recensione

When Evil Lurks Poster

Non so voi, ma quando si parla di possessioni al cinema, io ultimamente storco il naso. E no, non è un effetto speciale che uso per scimmiottare ciò che faceva Regan nell'Esorcista con la sua testa, è proprio che ormai verso questo genere di pellicole ho perso la speranza, l'interesse. E ciò perché le ultime (parecchie) che ho avuto modo di vedere mi sono sembrate scariche, banali, copie sbiadite e ripetitive di ciò che ha saputo funzionare in passato (e che ora, forse, ha raggiunto una saturazione). Poi, però, capita che comincio a sentire e a leggere in giro - a ripetizione - tante belle cose su un film argentino, un horror. Il suo titolo è "When Evil Lurks" e, guarda un po', pare che al centro della storia abbia proprio la tematica delle possessioni demoniache.
"Che faccio, allora?", mi sono chiesto. "Devo fidarmi? Oppure anche qui, siamo di fronte a quella trappola di una certa critica cinematografica che non vede l'ora di aprir bocca e di lasciarsi andare a paroloni ed elogi a caso?". L'unico modo per scoprirlo era dargli un'occhiata...

Siamo nelle campagne argentine, in un luogo sperduto. È notte e due fratelli vengono attirati da alcuni spari. Preoccupati da cosa stia per accadere si armano a loro volta e vanno a verificare. Tra i boschi trovano mezzo cadavere di un uomo e degli strani oggetti intorno al suo corpo. Cominciano a tirare giù ipotesi su chỉ sia e chi possa averlo ridotto in quello stato (un puma?). Persi nei ragionamenti, s'incamminano verso la casa più vicina al luogo del delitto e scoprono che quella persona era attesa esattamente in quel posto. Era un Pulitore, ovvero una delle figure incaricate di eliminare il maligno quando prende il corpo di un essere umano. Scoprono che la vittima in questione è il figlio maggiore della proprietaria e che è da più di un anno che lei aveva fatto richiesta alle autorità per risolvere la situazione. Già, perché a quanto pare, il mondo in cui ci proietta il regista e sceneggiatore Demián Rugna è uno di quelli in cui le possessioni sono ormai belle che sdoganate, dove le religioni (e le Chiese) stanno scomparendo e per evitare una serie di sfortunati eventi, in questi casi, è necessario agire secondo regole ben definite. Regole per le quali servono dei professionisti. E Pedro e Jimi - i due fratelli dell'inizio - infatti ci provano a mettere in guardia gli agenti, a richiedere un secondo intervento, ma ricevono in cambio un'indifferenza tale da costringerli a rivolgersi a un altro proprietario terreno della zona e ad agire in maniera pratica e autonoma. E da qui, apriti cielo.

When Evil Lurks Film

La prima cosa che sorprende, quindi, di "When Evil Lurks" è la sua capacità di fuggire agli stereotipi, alla cosiddetta pappa pronta. Rugna potrebbe tranquillamente giocarsi le solite carte, apparecchiare qualche jumpscare e seguire le istruzioni conosciutissime per tirar fuori una pellicola che, alla fine, farebbe il suo e, magari, riuscirebbe a farlo pure in maniera discreta. Ma invece no, preferisce complicarsi la vita, osare, immaginare una scansione degli eventi inedita, fuori dagli schemi e fuori di testa. Il non seguire le regole da parte dei protagonisti, assecondando la loro testardaggine, permette al male in questione di esplodere in tutto il suo potere e in tutte le sue forme e, di conseguenza, permette a Rugna di dare fondo alla sua fantasia per allestire scene ad altissimo tasso di crudeltà, ansia e terrore. Percepire che si sta andando in quella - terribile - direzione, o che sta per verificarsi quel - terribile determinato episodio, è una sensazione che capita spessissimo, durante la pellicola. Ma ciò non aiuta a digerire meglio la scena quando, poi, effettivamente questa si veridica. E questo perché Rugna è tre passi avanti a noi, in merito a malvagità e a brutalità: ma guai a interpretare questa frase come una critica negativa.
Bisogna contestualizzare, ovviamente, rendersi conto di cosa si sta parlando e capire che qui nulla è contro le regole. In "When Evil Lurks" non c'è pietà per animali, donne e né tantomeno bambini, che anzi vengono dichiarati come una passione per il maligno, ma in un rapporto che, tuttavia, trova una grande reciprocità. Assorbite queste dinamiche, va da sé che lo spettatore tende a perdere ogni punto di riferimento, ad abbandonare il libretto delle istruzioni che aveva in mano e a smettere di fantasticare su qualsiasi previsione di chiusura. Accetta di trovarsi di fronte al lavoro di un autore intelligente, anarchico, amante della creatività, che sicuramente conosce alla perfezione la materia che sta maneggiando, da potersi permettere il lusso di poterla addirittura rimodellare.

E al netto di qualche fisiologico-rallentamento, che nella seconda parte arriva, seppur senza grandi ripercussioni, Rugna dimostra di essere un autore interessantissimo e talentuosissimo. Perché non solo sa come prendere il pubblico e intrattenerlo, tenendolo sulla corda costantemente, ma riesce anche, in parallelo, a parlare di politica, di società e di attualità con grandissima lucidità ed eleganza. Caratteristiche che nel cinema di oggi si stanno facendo assai rare e preziose.
E lo sa pure certa critica.

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