Top 20 Movies of 2013 - Part Two


Eravamo rimasti alla posizione numero undici, con titoli più o meno commerciali che però avevano saputo funzionare meglio degli altri. Adesso però entrano in gioco i primi della classe, con loro non c'è partita, sono stati nettamente superiori al punto da meritarsi una vetrina dedicata, separata dagli altri. Siete pronti ?!


10 - La Mafia Uccide Solo D'Estate
Ad aprire è l’esordio cinematografico di Pif, un vero fulmine a ciel sereno. Raccontando gli eventi di cronaca a sfondo mafioso della sua Palermo tra gli anni ‘70 e ’90, il giornalista ex Iena ed ex Testimone realizza una commedia i cui toni poggiano solidissimi sull'innocente trama romantica e divertente di un amore che, per diverse cause, tarda troppo a sbocciare. “La Mafia Uccide Solo D’Estate” è una pellicola che appassiona, fa sorridere, riflettere e non perde nemmeno occasione di strappare, infine, qualche lacrimuccia dalla commozione.


09 - Questione di Tempo
Un altro che ci fa commuovere e sorridere con facilità e mestiere è Richard Curtis. L’autore di capolavori come “Notting Hill” e “I Love Radio Rock” centra ancora una volta l’obiettivo e con“Questione di Tempo” unisce fantascienza e romanticismo per raccontare, arrivato a metà percorso, il suo personale concetto di vita. Nessuna scorciatoia e nessun trucchetto da quattro soldi quindi per incanalare la via della felicità, basta solo un po’ di esperienza e magari i consigli preziosi di un padre rock e cool come Bill Nighy.


08 - Il Grande Gatsby
La megalomania paga. Lo sa bene Baz Luhrmann che non fa accendere neppure la videocamera se nella stanza in cui deve riprendere non sono presenti scenografie e luci all'altezza dei (suoi) sogni. Il remake a sua immagine e somiglianza de “Il Grande Gatsby” è sicuramente imperfetto ma si attacca comunque stretto alla pelle, sorprende e incanta, illuminando come solo pochissimi nella sua categoria son capaci di fare. Nulla a che vedere, insomma, con le versioni datate 1926 e 1949, quella di Luhrmann è probabilmente la trasposizione più riuscita e fedele del romanzo di Francis Scott Fitzgerald.


07 - To The Wonder
Cominciamo con i maestri. Terrence Malick, lo dissi a suo tempo, lo considero più o meno come l’entità più vicina a Dio che si sia mostrata su questa terra. Vedere i suoi lavori equivale ad una esperienza mistica, sensoriale, di crescita, di quelle che consumano sia dentro che fuori, che lasciano perplessi ma continuano a navigare nello stomaco e nella mente per giorni e giorni. A dispetto di “The Tree of Life”, con "To The Wonder" restringe il campo e si “limita” a raccontare la sua visione dell’amore, lo fa servendosi di una donna e del suo difficile rapporto con un uomo rigido, mostra complicità e rottura, forza femminile, tutto azzerando dialoghi e servendosi quasi ed esclusivamente della potenza delle immagini. Un processo ipnotizzante e illuminante.


06 - Captain Phillips: Attacco in Mare Aperto
Paul Greengrass porta al cinema il libro e la disavventura del capitano Phillips, che nell'aprile del 2009 fu preso in ostaggio insieme al suo equipaggio da un gruppo di pirati somali che attaccò la nave mercantile su cui erano a bordo alla ricerca di denaro. Ad interpretare la parte dell’americano-medio/eroe-improvvisato c'è la solita garanzia di Tom Hanks, ma tuttavia, la vera forza della pellicola, oltre che dalla sua interpretazione e da quella di Barkhad Abdi, arriva dalla capacità di saper trasmettere suspance e rabbia a fortissime dosi nel corso della lotta di nervi, instaurata e giocata fino all'ultimo battito di ciglia, tra i capitani delle diverse sponde.


05 - Effetti Collaterali
Un cast ben assortito, dai grandi nomi (Rooney Mara, Channing Tatum, Jude Law e Catherine Zeta-Jones) e un regista che non sempre sa essere convincente ma che non rinuncia mai a sperimentare e a mettersi in gioco (Steven Soderbergh) sono gli ingredienti di questo thriller alla Hitchcock vera strabiliante sorpresa dell’anno. Nessuno infatti si augurava così bene ma Soderbergh invece con “Effetti Collaterali” realizza forse il progetto più equilibrato e riuscito della sua carriera registica: piena di sorprese, cambi e colpi di scena questa pellicola è da considerarsi una perla passata inosservata ma assolutamente da recuperare e da apprezzare.


04 - Gravity
Visivamente spettacolare e magnetico, narrativamente essenziale e contenuto. Alfonso Cuarón pur risparmiando sulla sceneggiatura centra ugualmente il bersaglio, la visione di “Gravity” non finisce mai: l’oscurità, il nulla, la paura, la mancanza di ossigeno, la solitudine. Elementi che mettono in moto una centrifuga nello stomaco che lascia cicatrici impossibili da curare o da lavar via, una storia di rinascita, si,  ma soprattutto una grandiosa messa in scena interstellare in grado di trasportare chiunque a mezz'aria nello spazio più profondo e sperduto.


03 - Django Unchained
Siamo al podio. Il fatto che ci sia un film di Quentin Tarantino e che non sia primo dice molto sulla neutralità di chi scrive. Tarantino da queste parti è considerato non un maestro ma “Il Maestro”, eppure, bisogna essere onesti, con “Django Unchained” non meritava di portarsi a casa il primato. Il suo passaggio al western, e la continuazione di ciò che ha cominciato con “Bastardi Senza Gloria”, resta però a dir poco geniale e pertanto merita di essere esaltata. Perdonandogli un finale leggermente esitante, possiamo dire che la sceneggiatura di questo film brilla di magnificenza da tutti i pori e che il trio formato da Foxx-Waltz-DiCaprio è un Bingo assoluto.


02 - La Vita di Adéle
E’ un film immenso quello di Abdel Kechiche, sublime, unico. Qualità immense che però gli impediscono allo stesso tempo di conquistare il primato. “La Vita di Adele” è un grande film, nessun dubbio, racconta con tocco magistrale e straordinario la crescita di un’adolescente abbandonandola solo nel momento in cui diventa donna fatta e finita, ma proprio per questo suo essere sospeso e incompiuto è, per certi versi, meno incisivo di colui che ha preso il suo posto. Quindi deve “accontentarsi” di scendere in seconda posizione, prendendosi comunque gli applausi (tanti) e l’amore di chi scrive e che lo porterà sempre con sé.


01 - La Grande Bellezza
E' Paolo Sorrentino a vincere la classifica di quest'anno, in assoluto l’autore del miglior film del 2013. La rappresentazione che “La Grande Bellezza” fa della Roma bene attraverso la voce fuori campo, le espressioni, le movenze e le serate del suo protagonista sono coltellate laceranti e cinema allo stato puro. Toni Servillo in discoteca che, scuotendo calmo le spalle, si gira mostrandosi in esaltazione sulla pista da ballo per la prima volta nel film è una sequenza maestosa, impossibile da dimenticare. Quella di Sorrentino è una pellicola amara, colma di sogni infranti, di promesse non mantenute fatte da una città che è lei stessa vittima di chi la vive. Un cinema d'altri tempi che oggi manca tantissimo, specialmente a noi. Masterpiece.

E così chiudiamo anche questo ennesimo anno cinematografico.
Rileggendo la classifica mi rendo conto di avere avuto poche difficoltà nello scegliere i migliori, e forse è il segnale che rispetto agli anni passati, quest'anno, è stato un po' più avaro degli altri in termini di qualità. In attesa di vedere insieme come andrà il prossimo, non mi resta che ringraziare chi, spesso o raramente, passa di qui a dare il suo saluto e rinnovarvi l'appuntamento per il prossimo anno cinematografico.

Ah, dimenticavo, se ve lo siete perso, qui potete trovare il primo spaccato di questa classifica con le posizioni dalla 20 alla 11.

Ora è tutto. A presto!

Commenti

  1. Non male. Gli unici su cui ho da ridire sono "Effetti collaterali" (che ho visto al cinema ma di cui non ricordo più neanche la trama, per dirti quanto m'è rimasto impresso) e "Il grande Gatsby", che mi ha deluso (m'è parso totalmente scollegato rispetto alle atmosfere del libro).

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  2. Bella l'idea di motivare le tue scelte, magari l'anno prossimo lo farò anche io... Adele per me imbattibile, anche se La Grande Bellezza, che non mi ha convinto fino in fondo, vincerà l'Oscar

    http://unavitadacinefilo.wordpress.com/2013/12/15/top-20-i-migliori-film-del-2013/

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  3. Per l'Oscar sarà testa a testa fino all'ultimo "La Vita Di Adele" vs "La Grande Bellezza". Penso anche io però che Sorrentino sia favorito.

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  4. No, "La vita di Adele" non sarà all'Oscar tra i film stranieri perché è uscito in Francia a ottobre (doveva uscire entro settembre). Può però concorrere in tutte le altre categorie, perché uscito negli USA entro la fine dell'anno. Per questo Sorrentino vincerà, perché non c'è Kechiche nella cinquina.

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  5. Ah, questa cosa mi era sfuggita. Allora bene! (per l'Italia ovviamente) :)

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