[EXTRA TEATRO] Claudio Gregori in agGREGazioni - La Recensione


Un ora prima dell'inizio dello spettacolo, davanti all'entrata dell'Ambra Jovinelli, tra le persone dello staff, responsabili dell'organizzazione, circola solamente una domanda: Dov'è finito Greg?
Nessuno conosce la risposta. "Era qui un attimo fa!", dice qualcuno. "Non lo vedo più!", fa qualcun altro. Finché, placando il principio di agitazione generale, esordisce un'altra persona dicendo: "E' andato a comprare una foglia di radicchio per lo spettacolo. Ora torna!".

E' il prologo involontario perfetto per "agGREGazioni", quello che preannuncia l'imprevedibilità di un artista che ha nel DNA l'istinto di volersi muovere a briglia sciolta, tradire quel che è considerato il suo perimetro di azione e, con esso, le mosse che lo contraddistinguono: lasciando a casa il compagno di sempre, Lillo (che sul palco però in qualche modo porta lo stesso) e permettendosi una serata (saranno tre in tutto) in solitaria da one-man-show totale.
Perché è un Greg che non tutti si aspettano quello che entra in scena sul palcoscenico con frac e mantello, un Greg che non perde lo stile solito del suo umorismo, ma che ha anche voglia di fare un po' il serioso. Certo, quanto basta, ovviamente, ma è proprio li, in quelle digressioni e rotture che si concede, che la maschera di scena cade e vengono fuori i tratti particolari e i lineamenti della persona che la indossava, quella sorta di profondità spontanea e autentica che, a sensazione, non sembra essere stata scritta a tavolino o simulata.

Scandito dalle indagini del Detective Mallory (italiano e residente a Roma, ma l'americanizzazione in certi casi aiuta) - alle prese con la scomparsa di un adolescente di borgata - allora "agGREGazioni" alterna personaggi e fasi in cui il suo protagonista interpreta, recita e canta, avvalendosi del supporto di una band dal vivo che appare e scompare a seconda delle esigenze di copione. Dopo un preludio sinistro porta avanti il suo racconto spezzandolo a piacimento con epifanie, canzoni, poesie e parabole, in un vortice implacabile, senza pause, a cui il pubblico spiazzato e impreparato risponde positivamente a suon di risate e di applausi.
Indicazione che quel contropiede di partenza, da cui si tende a rimanere evidentemente sorpresi, alla fine lascia tutti contemporaneamente stupiti e deliziati. Un po' come la storia del radicchio, insomma.

Per maggiori informazioni sullo spettacolo, date, orari e biglietti, potete consultare la pagina dedicata sul sito del Teatro Ambra Jovinelli di Roma: http://www.ambrajovinelli.org/it/aggregazioni/

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