
(ri)Alzano l’asticella la Disney e la Pixar, decidendo di affrontare un argomento delicato, ma sempre attuale, come quello della vecchiaia e del tempo che passa. Una problematica che tocca a Saetta McQueen nel momento in cui la sua velocità e la sua supremazia nelle corse viene annientata dall'entrata in scena delle nuove leve, quei giovani assemblati e allenati secondo le tecnologie moderne e destinati quindi a rivoluzionare e a rinfrescare totalmente il mondo delle quattro ruote. Si prende la briga di fare i conti allora con qualcosa di piuttosto ostico “Cars 3”, qualcosa che per qualsiasi sportivo, e non solo, prima o poi capita venga a galla, costringendo o a sacrifici superiori per tenere il passo, oppure a quel cambiamento esistenziale che non sempre viene affrontato con leggerezza e stimolo: specie se non giunge in maniera spontanea, bensì forzata. Il limbo in cui, a un certo punto, quindi, finisce per incastrarsi il Rosso Numero 95, idolo delle folle, diventa decisamente interessante e assai coinvolgente, se non altro per via dell’incognita legata a capire quanto un film d’animazione come questo abbia intenzione di essere schietto e realista nei confronti dei suoi spettatori. Saetta McQueen infatti dopo la brutta batosta subita in pista sente comunque che il momento di uscire di scena per lui non è ancora arrivato, che magari è giunto quello di ricominciare a faticare e a impegnarsi come, forse, aveva leggermente smesso di fare prima, ma non di prendere atto delle voci di corridoio e di arrendersi all'evidenza dei risultati. Così lo rivediamo tornare praticamente agli antipodi, quando giovane amava peccare di incoscienza e arroganza, mettendo da parte tecnica e concentrazione; lo rivediamo allenarsi cedendo all'evoluzione e ai simulatori computerizzati, salvo poi convincersi che, se l’obiettivo è quello di crescere e migliorare, nulla è meglio della vecchia scuola dove ci si sporca i pneumatici.

Una girandola di emozioni destinata a subire amplificazioni ulteriori se consideriamo che, di recente, una parabola simile, molti di noi, l’hanno vista accadere concretamente con la vicenda Francesco Totti, il quale - proprio come viene riconosciuto a Saetta McQueen nel film - è stato un simbolo e un esempio da seguire per gli sportivi di tutto il mondo, un talento purissimo che avremmo voluto vedere sempre in attività, nonostante il tempo e nonostante tutto.
Un miracolo che - e la Disney e la Pixar insegnano - purtroppo non ha potuto avverarsi.
E a quanto pare vale lo stesso anche quando si parla di cartoni animati.
Trailer:
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