Cambio Vita - La Recensione

Probabilmente molti non ci avranno fatto caso, eppure la data d’uscita di “Cambio Vita” è slittata più di una volta in Italia. Non è una novità, capita spessissimo che un film, specie da noi, per motivi di distribuzione o di difficile collocazione debba uscire un periodo ma poi esca in un'altro o magari arrivi direttamente in home video. Ma i motivi dello slittamento alla seconda settimana di Dicembre di “The Change-Up” (questo il titolo originale) diventano del tutto comprensibili non appena si ha la possibilità di vedere la pellicola.

Quella che apparentemente potrebbe sembrare una commedia americana realizzata grazie a un canovaccio consumato fino all’osso, non risulta altro che l’esempio più acuto e riuscito di come gli americani potrebbero utilizzare la nostra ricetta del cinepanettone. E’ ovvio che l'imitazione, se si nota, è del tutto involontaria, e che un simile effetto nasce soprattutto dalla nostra esperienza visiva a un certo genere di pellicole, ma quello che ha realizzato David Dobkin, regista di “2 Single a Nozze”, con la sceneggiatura scritta da Jon Lucas e Scott Moore (sceneggiatori del primo “Una Notte da Leoni”) è un prodotto che fosse stato italiano, avrebbe sicuramente portato con sé il nomignolo di “cinetorrone” o roba del genere, finendo per diventare uno dei rivali di Christian De Sica al botteghino natalizio di quest’anno.

Fa uno strano effetto vedere Jason Bateman e Ryan Reynolds, due attori in ascesa nonché intelligenti nelle loro recenti scelte cinematografiche, essere protagonisti di un lavoro simile. Fortunatamente i due se la cavano piuttosto bene, uscendo collettivamente illesi da una messa in scena che se riesce a tenere in piedi fino all’ultimo, nonostante i numerosi e percettibili barcollamenti, è solamente per merito loro. Non è un’impresa semplice infatti continuare a vedere il film dopo essere stati sottoposti al penosissimo spettacolo del cambio pannolino iniziale seguito poi da altre trascurabili situazioni e scelte di sceneggiatura che scendono gradualmente verso la bassezza più incondizionata. Dei presupposti da accettare a priori però, dato che la banalità, la risata grossolana e le situazioni retoriche, stanno proprio alla base del prodotto di Dobkin e per questo vengono perseguite incessantemente fino ai titoli di coda e poste nel filo del racconto come fossero tanti piccolissimi sketch uniti da una sterile trama comune.

Gli elementi migliori perciò si intravedono soltanto ammirando quanto i due protagonisti siano bravissimi a scambiarsi le loro personalità, dopo essersi presentati nelle prime battute vittime di due stili di vita completamente contrari e desiderosi ognuno di vivere nella vita dell'altro. A questo proposito si fa interessante la prova di Bateman, il quale, da uomo ordinaro e sposato, deve interpretare lo sciupafemmine irresponsabile e recitare le vesti dello sfacciato, un ruolo che (se ricordo bene) non gli è mai stato concesso fino ad ora ma che l’attore dimostra comunque di possedere nel suo invidiabile bagaglio. Per Reynolds invece, sia vestire i panni del playboy sia quelli del brav'uomo non è poi una grande novità, da sex symbol qual'è ha già avuto modo di sperimentarsi in entrambe le figure e perciò il giudizio sulla sua prova può essere solo sufficientemente convicente.

E’ piuttosto chiaro insomma, “Cambio Vita” non è assolutamente una pellicola da consigliare o da non perdere. Però. Se siete amanti di un certo tipo di cinema abbastanza volgarotto e spicciolo o sentite il bisogno di staccare la spina per un paio d’ore, potrebbe essere una scelta di cui non vi pentirete poi così tanto. O ancora. Se state aspettando intrepidi di andare a Cortina con Christian De Sica & Co potreste scegliere questa commediola come leggero antipasto, alleviando leggermente quella spasmodica attesa che di questi tempi sta cominciando a farsi sempre più scalpitante. Ovviamente sempre sperando che la data d’uscita non dovesse slittare ancora una volta.

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