Jack Reacher: La Prova Decisiva - La Recensione

L'ex militare creato dalla mente dello scrittore Lee Child si affaccia al cinema e si pone immediatamente come nuovo, aggiornato archetipo di John Rambo.

Jack Reacher infatti è un uomo che non ha voglia di reinserirsi nella società, vuole essere lasciato in pace, esplorare l'arte del vagabondaggio, non mettere radici, sentirsi libero. E rispetto al personaggio perseguitato, reclutato e reduce dal Vietnam di Sylvester Stallone ci riesce alla perfezione: Reacher al mondo è invisibile, ha una fedina penale impeccabile e non può essere scovato a meno che non sia lui a decidere di farsi vivo.

Christopher McQuerry tralascia allora il romanzo "Zona Pericolosa" - evidentemente per le enormi affinità della storia proprio con il primo Rambo - e si proietta senza indugi sul romanzo numero nove di Child, "La Prova Decisiva", dove il reduce di guerra fantasma viene chiamato a comparire per accusare definitivamente, oppure scagionare, un suo ex compagno incolpato di aver sparato senza movente a cinque vittime innocenti per puro piacere e insanità mentale.

Sebbene non manchino gli spunti, non si arriva mai a discutere di guerra a livello esteso nella pellicola di McQuerry, l'argomento è solo un cavillo che lui sfiora appena per prendere le imbeccate di cui ha bisogno e colorare la trama thriller/investigativa nella quale una chiara scena del crimine assume i sospetti di un complotto metodico e organizzato. Siamo ancora nello stadio embrionale di tutto l'impianto, dove il ritmo resta sospeso e l'azione è ristretta al massimo ma la discussa scelta di far impersonare a Tom Cruise il personaggio di Jack Reacher - che, dati del libro alla mano, fisicamente con lui poco c'entra - trova senso nel momento in cui la storia vede subire l'accelerata dalla quale poi stabilisce di non staccarsi più. Steso il progetto di intrigo, dunque, questo viene lasciato respirare e messo al servizio dell’azione, la quale, non appena slegata, si scatena libera e va ad adoperarsi per costruire l'ambiente adatto al suo carismatico protagonista, che una volta messo a proprio agio, può tirare fuori il meglio di sé e ricordare a tutti di essere lo stesso interprete di Ethan Hunt in "Mission: Impossible".

A metà fra solido thriller e action scanzonato Tom Cruise e Christopher McQuerry danno luogo così ad un nuovo divertente e godibile franchise d'azione con protagonista un eroe meno muscoli e più cervello. Il romanzo di Lee Child probabilmente perde più di qualcosa nel suo passaggio al grande schermo e la sua creatura si erge lontanissima come non mai da quella che lui stesso aveva ideato, ma per noi spettatori vedere qualcuno che massacra di botte i cattivi rimane sempre una soddisfazione più che appagante, anche se magari questi cattivi sono meno intelligenti e troppo meno furbi se comparati al loro giustiziere.

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