Dando uno sguardo ai loro tratti, ruvidi e duri, tutto ci si poteva aspettare tranne che facessero parte di una storia deliziosa e piacevole. E invece "I Croods" - ultima creazione di casa DreamWorks - esce dalla caverna e si propone come uno dei migliori film d'animazione dell'anno, sostenuto da un plot ben scritto ma soprattutto capace di fornire quell'esperienza in crescendo che molto spesso manca a prodotti d'animazione di questo tipo.
Paragonarlo a "Ribelle - The Brave" è uguale a un riflesso incondizionato, semplicissimo: la protagonista Eep è rossa e adolescente proprio come lo era la Merida della Pixar e, in più, in comune con lei, possiede anche quel caratterino ostinato e difficile da gestire che manda perennemente in crisi i suoi genitori. "I Croods" però, da cavernicoli quali sono, ancora non arrivano a discutere di emancipazione femminile, ma non si fanno mancare un appropriazione - a loro modo grandissima - del valore di libertà e il rafforzamento - forse già sentito ma fondamentale da rimarcare in ogni epoca - del concetto di famiglia.
Abituati a vivere nella paura intesa come linfa vitale, salvavita perché protettrice dai pericoli, e a respingere ad ogni costo tutto ciò che è nuovo, o forma di curiosità, perché pericoloso, la famiglia Croods è costretta all'improvviso ad abbandonare le proprie regole quando la terra che è sotto i suoi piedi comincia a cedere e a sfaldarsi, costringendoli in esplorazione dietro i consigli del giovane ragazzo Guy, altro superstite nettamente più evoluto e dal linguaggio altamente più sviluppato. Dal nascondersi nell'oscurità al marciare dritti verso la luce del sole la differenza è esorbitante, di gran lunga, e l'ignoranza dovuta alla pochissima conoscenza del mondo facilita la generazione di situazioni improbabili ed esilaranti, a maggior ragione se la realtà con cui si va a fare i conti è meno scontata del previsto.
Munita di un 3D discreto e non irresistibile, la pellicola diretta a quattro mani da Kirk De Micco e Chris Sanders con la sua onestà e i suoi inverosimili personaggi tenta di stupire e intrattenere rafforzando il contenuto di quella che è la parola curiosità. Avvalendosi anche di un allestimento scenografico incantato e imponente, abitato tra l'altro da una fauna particolarissima, fusa e mischiata con così tanta originalità da far perdere cognizione sulla ferocia o la bontà di chi ne prende parte, il viaggio verso il domani di questo gruppo cavernicolo e strampalato assume dei toni freschi e spensierati che impediscono a chiunque e in qualunque momento di abbassare la testa dallo schermo.
Nonostante il doppiaggio italiano ne schermi leggermente la grazia, c'è da considerare inoltre il lavoro magnifico che Emma Stone è riuscita a fare nella versione originale sulla protagonista Eep, la figura più interessante della storia. E’ impressionante quanto in lei traspaia l'ironia e lo straordinario modo di fare dell'attrice che in alcune occasioni sembra persino intravedersi in carne ed ossa sullo schermo.
Convince senza dubbio quindi l’insperata realizzazione DreamWorks, e la cosa vale sia per il pubblico più piccolo ma con stupore, e in forza maggiore, per quello più adulto. L'idea di fondo non è niente male, lo sviluppo non del tutto fresco, ma la scelta di alcune straordinarie trovate (la caccia mattutina ispirata al rugby e miscelata con un’altra manciata di sport per esempio è incredibile) sanno imprimere notevolmente grande efficacia a tutto il contorno. Sebbene tecnicamente non sia all'altezza degli indistruttibili lavori Pixar, il titolo di De Micco e Sanders ha decisamente le carte in regola per rimanere marchiato a fuoco nel tempo, portatore di un messaggio semplice ma che non ci stancheremo mai di sentirci ripetere, dove si inneggia a vivere la vita al presente e nella sua intera pienezza, affrontando uniti e con coraggio gli infiniti rischi che questo può comportare.
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