Via Castellana Bandiera - La Recensione

Il passaggio dal teatro al cinema di Emma Dante transita per “Via Castellana Bandiera”, opera prima che la drammaturga, attrice e regista palermitana afferma di aver immediatamente pensato per il grande schermo già durante le prime fasi di scrittura, concepite però con un tasso d'azione talmente statico e piantato da non lasciare escludere in un eventuale futuro una ricollocazione presso il palcoscenico.

E’ un salto compiuto con grande fermezza e voglia di rischiare quello della Dante, che sceglie proprio la periferia della sua Palermo, e la presenza di molti attori della sua compagnia teatrale, per ambientare una situazione oltremodo assurda in cui due donne al volante, finite faccia a faccia e muso a muso in una strada stretta e a doppio senso, si contendono la testardaggine rifiutandosi entrambe di fare retromarcia e di facilitare il passaggio. C'è la stessa regista a prendere le veci della prima protagonista, in litigio e per niente spalleggiata dalla sua compagna (non solo di viaggio) Alba Rohrwacher, contraria alla stazionaria situazione creatasi nei confronti della famiglia situata sul fronte opposto che ha scelto invece nell'ostinazione di dominio pubblico dell'anziana suocera (interpretata da Elena Cotta) la carta vincente per aggiudicarsi l'irrazionale duello.

Si rimane imprigionati allora in una circostanza da western tutto al femminile, dove i colpi di pistola sono sostituiti dallo spegnimento dei motori e dai continui mezzi di sopravvivenza che le due contendenti rifiutano di assumere per rendere ancor più attendibile la loro vaga supremazia. La Dante accentua il contesto concedendosi, oltre alle inquadrature strette e alla camera a mano, l'aggiunta di primissimi piani con dettaglio degli occhi e degli sguardi tipiche del cinema di Sergio Leone, sottolineando il raggiungimento di un grottesco che però non arriva mai ad essere realmente assoluto.

Con la volontà di affermare una forza integralmente femminile e un serbatoio dirompente che probabilmente non risiede nemmeno nel più duro degli uomini, “Via Castellana Bandiera” osa più di quanto una pellicola italiana esordiente possa permettersi. Emma Dante prova da subito a mettersi in luce come autrice, ciò gli riesce e persino distintamente, ma il suo prodotto, benché lontanissimo dai più omologati, risulta abbondantemente ostico e stazionario da assorbire. Il teatro e il cinema ovviamente sono due mondi simili e differenti allo stesso tempo, e se nel primo il rimanere fermi in un unico spazio può aiutare a creare tensione nel secondo potrebbe essere più appagante valorizzare il respiro e ogni tanto staccare altrove.

In attesa del trailer, una clip:

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