Top 20 Movies of 2015


In ritardo rispetto al solito.
Si, diciamo che quest'anno me la sono presa comoda. E' che scegliere le posizioni non è mai così semplice: prendi, sposti, rimetti, risposti. Decidere perché un film sia leggermente migliore o peggiore di un altro è complicato, specie a questi livelli, specie se si sta lavorando su una lista di lavori top. Comunque voi prendetela con le pinze, ecco. Diciamo che questi sono il meglio dell'anno 2015 uscito in Italia (al cinema e in home video), poi le posizioni, si contano, ma fino a un certo punto. Fermo restando che contano!
Va bene, io un minimo di cappello ve l'ho fatto, ora voi guardatevi la classifica e cercate di prendere appunti su cosa vi manca da vedere e cosa no....


20 - Noi E La Giulia
La commedia italiana, leggera, migliore dell'anno con un cast ben assortito e un'alchimia determinante a fare da amalgama. Edoardo Leo rende giustizia al libro di Fabio Bartolomei raccontando la crisi, la rabbia e la voglia di riscatto dei quarantenni di oggi, riuscendo a far ridere, contemporaneamente, attraverso una storia surreale, ma non troppo, su cui spiccano una bravissima Anna Foglietta e un Claudio Amendola fuori dall'ordinario.


19 - 007: Spectre
Un cerchio che si chiude. Un possibile punto da cui ripartire o da cui andare a capo. Sam Mendes pur non raggiungendo o eguagliando i picchi altissimi di "007: Skyfall", in qualche modo porta avanti un discorso coerente e necessario al Bond di Daniel Craig, un discorso con cui esalta l'immaginario e il mito della spia doppio zero,guardando al passato, ma con l'intento di proiettarsi al futuro. Un futuro che, attori a parte, da l'impressione di non essere mai stato così florido, ma soprattutto così solido.


18 - The Babadook
L'horror dell'anno. In attesa almeno dell'altro horror dell'anno che da noi uscirà però nel 2016. Il film di Jennifer Kent parte dallo stereotipo classico dell'uomo nero, per prendere però una piega totalmente psicologica, il che è la fortuna e il merito della sua vittoria. Vittoria su cui è scritto anche il nome della protagonista Essie Davis, che ricalcando le orme di Jack Nicholson in "Shining" riesce a stimolare quella tensione e quell'ansia necessaria per tenere alti i brividi e conquistare lo spettatore.


17 - Whiplash
Un insegnante come J.K Simmons vale da solo il biglietto per questa classifica. Ma se poi a lui va ad aggiungersi l'anima di una pellicola preoccupata ad analizzare il cruccio del talento e della disciplina allora non ci sono santi. Damien Chazelle dirige un lavoro decisamente inaspettato, piccolo, eppure capace di imporsi e di fare la voce grossa e potente. Perché spesso il bastone, se non accompagnato dalla carota, può far più male del previsto, ma potrebbe anche essere la miglior soluzione per riconoscere chi è in grado di fare la storia e chi è destinato ad essere solamente uno dei tanti.


16 - The Interview
Meno male che non si sono fatti intimidire dalle minacce. Meno male che la Sony ci ha creduto fino all'ultimo, perché "The Interview" è una delle migliori commedie del'anno in senso assoluto. Geniale sin dall'incipit - che vede un giornalista, presentatore di una trasmissione popolare, essere reclutato dalla CIA per uccidere il dittatore nordcoreano Kim-Jong-Jung, sfruttando l'interesse di quest'ultimo per il suo programma - la briglia sciolta su cui vanno ad agire James Franco e Seth Rogen è irresistibile e lo stesso vale per l'ironia che circonda il personaggio politico e il suo governo. Insomma, da non perdere.


15 - Sopravvissuto: The Martian
Matt Damon sperduto su Marte intento a trovare un modo per sopravvivere e tornare sulla terra. Da quello che sembrava uno spin-off di "Interstellar" Ridley Scott tira fuori un film d'intrattenimento, nulla a pretendere e divertentissimo. Tra citazioni, battute e autoironia, l'adattamento cinematografico del libro di Andy Weir spiazza tutti, non prendendosi troppo sul serio e sbaragliando ogni pregiudizio preliminare.


14 - Star Wars: Il Risveglio Della Forza
Si, già sento qualcuno di voi fare "buu" e non essere d'accordo nel vedere questo film così lontano lontano dalla galassia che conta. Per carità, ci può stare, ma secondo me quello di J.J. Abrams è sicuramente il miglior blockbuster dell'anno e degli ultimi anni, però non abbastanza audace da rischiare quel che serve per aggiudicarsi i primi posti. Detto questo, io al cinema l'ho visto già due volte, sono rimasto soddisfatto entrambe e sono sicuro che mi divertirei ancora se mi capitasse di rivederlo ancora. Per cui, non vi arrabbiate. Statece!


13 - Il Ponte Delle Spie
La prima parte di questo film andrebbe studiata nelle scuole: in quelle di regia per quel che riguarda il lavoro di Steven Spielberg e in quelle di recitazione per quel che riguarda il lavoro di Mark Rylance. Una spy-story spielbergiana fino al midollo che nulla ha intenzione di aggiungere alla filmografia del regista o a quella in generale, ma che ha il potere di catturare l'attenzione di chi sta guardando non facendogli più staccare gli occhi di dosso.


12 - Irrational Man
Ok, è inutile che lo insinuate: Emma Stone non centra nulla, stavolta è tutto merito di Woody. Lei è solamente un effetto collaterale, uno di quelli graditi ovviamente, esaltata fotograficamente come mai nessun regista prima d'ora aveva fatto, peraltro. Ci troviamo di fronte ad una delle opere-medie migliori di Allen, che pur orbitando attorno agli stessi argomenti in qualche modo cambia e si modifica, continuando a comunicare e a provocare quanto basta.


11 - La Felicità E' Un Sistema Complesso
Valerio Mastandrea super-eroe nel suo piccolo, che tenta di salvare, o meglio, di credere di salvare un paese che non ha la minima intenzione di seguire né i suoi pensieri né i suoi consigli. Un uomo che deve guardarsi dentro, ma che sta tardando da anni di assumersi la responsabilità di tale compito per paura di scoprire la verità. Gianni Zanasi procede con la sua poetica, recuperando le basi gettate circa sette anni fa con "Non Pensarci", servendosi di un personaggio però più maturo e adulto, da inserire al centro della storia. Un personaggio che rappresenta un po' tutti e nessuno e che proprio per questo si fa amare e voler bene.


10 - Fino A Qui Tutto Bene
Se il film di Edoardo Leo andava a prendere di mira il target dei quarantenni, gente quindi alla ricerca della seconda possibilità con un piano B, Roan Johnson firma una commedia dolce-amara su coloro che stanno provando a mettere in piedi un piano A. I suoi sono infatti ragazzi quasi-trentenni in lotta con i loro problemi esistenziali, il fancazzismo da ridimensionare, le responsabilità da grandi e un'amicizia che, con l'abbandono dell'appartamento che condividono, rischia di dissolversi come di rinforzarsi. Una piacevole sorpresa.


09 - Blackhat
Uno dei film più chiacchierati della stagione. Dai cinefili però. Tutti aggrappati ad un finale surreale, poco credibile nel suo essere confinato ad una realtà comunque vera. Per carità, ci sta, però Michael Mann osa, e osa con una certa sicurezza ed esperienza. E' un maestro e il suo cyber-thriller non è paragonabile a nessun altro genere di prodotto in circolazione. Sicuramente non sarà di facile fruizione per un pubblico medio, ma sarebbe un delitto, adesso, andargli a puntare il dito contro.


08 - Youth: La Giovinezza
Quando sono uscito dalla proiezione di "Youth: La Giovinezza" scrissi, a caldo, che Paolo Sorrentino aveva esagerato, che troppo estro senza accompagnamento e senza un fine, raramente porta a un risultato. Solo che poi dalla testa le immagini del suo film non andavano più via, le carte delle caramelle Rossana "suonate" dal magistrale Michael Caine erano stampate fisse nei miei pensieri e la luce che illuminava le passeggiate dell'attore inglese insieme al suo fedele amico Harvey Keitel qualcosa di straordinario impossibile da dimenticare. Del resto Sorrentino è così: un regista fuori dal comune. Volenti o nolenti. E che ci piaccia o no, siamo fortunatissimi ad averlo dalla nostra.


07 - Non Essere Cattivo
L'opera postuma di Claudio Caligari non si capisce come abbia fatto a non trovare il modo di uscir fuori durante tutti questi anni. Un film che arriva come un pugno allo stomaco, duro, sincero, anacronistico nella forma, ma non nella sostanza, come piaceva fare al suo regista. Sostenuto da una coppia d'attori perfetta, che da l'impressione di esser stata presa veramente dalle strade che racconta. Strade pericolose, aride e violente in cui manca la speranza e dove non lasciarsi andare è un compito praticamente impossibile.


06 - The Fighters: Addestramento Di Vita
Recuperato da pochissimo grazie alle incessanti voci che mi ripetevano che questo piccolo film francese valesse la pena di essere visto. Ne sono rimasto folgorato: la storia d'amore romantica tra questi due ragazzi prossimi a dover passare all'età adulta, trovando quindi un posto specifico nel mondo, non solo sa essere fuori dai soliti stereotipi, ma attira passo dopo passo, scorrendo via come un fulmine. Un lavoro che resta impresso a fuoco oltre la visione per giorni e giorni, specie per quella meravigliosa scena sulla riva del fiume, che ricorda involontariamente, forse, o forse no, il "Moonrise Kingdom" di Wes Anderson.


05 - Birdman o (L'Imprevedibile Virtù dell'Ignoranza)
Il premio Oscar dello scorso anno, da noi è arrivato con leggero ritardo. Inevitabile, dunque, richiamarlo a rapporto ed esaltarlo, poiché, nonostante non sia un capolavoro assoluto di "Birdman o (L'Imprevedibile Virtù dell'Ignoranza)" si può soltanto parlar bene. Girato con un piano sequenza artificiale, il film di Alejandro González Iñárritu infatti riporta ai suoi fasti un attore grandissimo come Michael Keaton, al quale affida un personaggio che potrebbe essere tranquillamente lui dopo il "Batman" di Tim Burton se le cose fossero andate in maniera diversa. Un lavoro che si fa amare per forza di cose, su cui spiccano come attori di supporto i nomi di Edward Norton ed Emma Stone, anche qui magnifica nel ruolo di una ex-tossicodipendente in cerca di riabilitazione.


04 - Inside Out
Il ritorno prepotente e ispirato della Pixar. Un viaggio fantastico, divertente e con lacrimuccia finale nella mente di una bambina prossima al passaggio all'età dell'adolescenza. Lavoro creativo con cui si prova a dare forma a quei luoghi astratti che potrebbero esistere nella nostra mente, gestiti a loro volta da cinque emozioni primarie al comando, responsabili delle nostre azioni. Come ai vecchi tempi la casa d'animazione prova ad andare oltre quello che potrebbe sembrare il suo target di riferimento, insegnando molto ai più piccoli, ma ancora di più ai grandi.


03 - Mad Max: Fury Road
Ecco un altro film che nelle scuole di regia dovrebbe essere visto e rivisto. George Miller fa del remake del suo stesso film un prodotto d'intrattenimento perfetto, girato senza un minimo di sbavature, con una corsa incessante verso la libertà e la vendetta a fare da sfondo insieme al suggestivo deserto. Tom Hardy subentra a Mel Gibson, ma la vera stella in realtà è una Charlize Theron maschiaccia e cazzuta, che ruba la scena al suo comprimario e lascia il segno con un personaggio memorabile.


02 - Vizio Di Forma
Il più grande regista americano in attività? Forse. Sicuramente Paul Thomas Anderson è uno dei più affermati, immensi registi della cinematografia moderna, uno dei pochi capaci di inquadrare l'America e il suo carattere e, nel frattempo, raccontare storie che sembrano voler andare da tutt'altra parte. In "Vizio Di Forma" si avvale del romanzo di Thomas Pynchon e di un gigantesco Joaquin Phoenix per raccontare il rovescio della medaglia relativo al sogno americano, sebbene in primo piano, come da copione, ci sia una storia di sparizione ironica, grottesca, ma anche molto, molto romantica.


01 - Mia Madre
Ancora una volta abbiamo deciso di premiare Nanni Moretti. Anzi, ancora una volta abbiamo deciso di premiare la sensibilità di Nanni Moretti (John Turturro lo direbbe meglio). "Mia Madre" è un film enorme, del resto, che racconta la difficoltà di un figlio a dover riempire quel vuoto che resta dopo la perdita di un genitore, la stessa che il regista ha dovuto vivere personalmente e che ha cercato di esorcizzare attraverso la sua reincarnazione in Margherita Buy e quell'angelo vero, ma astratto, che interpreta in prima persona nella storia. Commuove, emoziona, a tratti strappa anche risate, secondo chi scrive, quello di Moretti, è l'esempio perfetto di ciò che da queste parti amiamo vedere, ciò che il cinema tendenzialmente deve essere e che, coerentemente, merita di esser premiato.

Qui termina un altro, intenso, anno cinematografico. Intanto il 2016, se avete avuto modo di vedere, da queste parti si è già fatto vivo e ha portato dei titoli davvero niente male. Ma avremo modo di approfondire la questione in futuro, per adesso, non mi resta che augurarvi un buon fine anno e un'arrivederci al prossimo. Stay Tuned!


Commenti

  1. Bene le prime posizioni!

    Più indietro invece c'è qualche film che non mi ha convinto troppo...

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  2. In cima a tutti, per me, INSIDE OUT e BIRDMAN (che è un film del 2014, ma da noi è arrivato a febbraio)
    Quale dei 2 è il migliore? Impossible question: generi troppo diversi (sarebbe come chiedersi se era più precoce Mozart o più ninfomane Savita Babhi)

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