[HOME VIDEO] Il Labirinto Del Silenzio - La Recensione del Blu-Ray Disc


C’era Quentin Tarantino che, nel suo universo, ai nazisti voleva punirli con una svastica incisa in fronte, una cicatrice, perché non era giusto - secondo lui - che un nazista potesse scomparire e nascondere tutte le sue malefatte con il solo togliersi la divisa di dosso. Per Giulio Ricciarelli (e per la Germania), invece, è un po’ diverso, nel senso che il suo di universo è più simile a quello reale, dove le distorsioni non sono ammesse e in cui ad essere raccontata c’è la vera storia di un paese: un paese che finita la Seconda Guerra Mondiale la cicatrice la porta ugualmente, non stampata in fronte ai suoi assassini, è ovvio, ma comunque riposta in quella coscienza che vorrebbe evitare di stuzzicare ancora, sperando che lo scorrere del tempo possa aiutare a pulirla, se non del tutto, quasi.

C’è Auschwitz allora al centro de “Il Labirinto Del Silenzio, o meglio c’è, ma non si vede (tranne in una scena finale in cui la si vede comunque dal di fuori, diversa da ciò che era), ci sono gli episodi disumani che accadevano al suo interno raccontati dai superstiti interrogati dall’avvocato protagonista che, seguendo la voglia di giustizia di un giornalista (e del suo assistito), assume l’incarico (scomodo) di ritrovare e condannare tutti quei nazisti che, appunto, post tirannia-hitleriana, sono stati reintegrati nella società come se nulla avessero compiuto, fuggendo in pianta stabile chissà dove all'occorrenza. Siamo nel 1958 e la Germania di strascichi ne porta ancora abbastanza, sotto forma di vergogna e di orgoglio: non tutti infatti sono pentiti di Hitler e del suo operato, alcuni cercano di andare avanti a testa bassa, eppure altri quella svastica svanita nel nulla ancora non smettono di disegnarla, minacciando con dei grossi sassi, magari, coloro che vorrebbero stanarli e condannarli. E’ un momento di transizione quello inquadrato da Ricciarelli, un passaggio fondamentale e critico di un paese che, in qualche modo, in quel periodo storico, era costretto a dover fare i conti con le proprie azioni, dall’interno assai più che dall’esterno, allestendo concorsi di colpa e scariche di responsabilità che non sempre, tuttavia, sapevano risultare sinceri o motivati.

Nominato all’Oscar come miglior film straniero, “Il Labirinto Del Silenzio”, quindi, tenta di portare alla luce un argomento assai visto e rivisto, inquadrandolo da un punto di vista differente e, per questo, interessante nonostante tutto. Perché il film di Ricciarelli, forse, lungo il suo cammino ogni tanto cede un po’ alla retorica, pecca un tantino di inesperienza, ma con la sincerità di fondo che lo contraddistingue e quella voglia di battere un terreno poco coltivato, riesce comunque a non cadere, rimanendo saldo in piedi e prendendosi l’affetto dello spettatore. Cosa, fidatevi, tutt’altro che da sottovalutare.

Queste le specifiche tecniche dell’edizione italiana, Blu-Ray, del film:
Dischi: 1
Formato Video: Anamorfico 2,35:1
Tracce Audio: Italiano 2.0 Stereo Dolby Digital, Tedesco 2.0 Stereo Dolby Digital, Tedesco DTS-HD 2.0
Sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti
Durata: 123 Minuti ca.
Contenuti Speciali: Trailer, Sul Set, Interviste
Confezione: Amaray
Casa di Distribuzione: Good Films
Distributore Home Video: Cecchi Gori Home Video
Data di Uscita: 21 Giugno 2016

Trailer:

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