Midnight Special - La Recensione

Midnight Special Poster
Mentre si spiega, ovvero mentre velocemente rivela l’incipit di un bambino paranormale, alieno forse, in fuga da una congrega religiosa e dall'FBI, perché rapito dal proprio padre e dal suo (migliore) amico, "Midnight Special" fa tornare alla mente quei film di Steven Spielberg intramontabili. Quei classici degli anni ’80 stampati nella memoria, per capirci.

Dietro la sua regia (e la sua sceneggiatura) tuttavia c’è la mano di Jeff Nichols, un autore che con Spielberg centra poco, nel senso che - messe da parte le influenze evidenti - sia per quanto riguarda le direzioni da prendere, sia per quanto riguarda lo stile, tende costantemente ad andare in tutt'altri luoghi, disinteressato a ricalcare o a imitare modelli predefiniti. Pare infatti essere tornato alle atmosfere di "Take Shelter", qui, il regista, a quell'inquietudine e a quelle paure che contraddistinguevano il personaggio di Michael Shannon che, guarda caso, riappare per proteggere ancora una volta la sua famiglia: ma non più con la costruzione di un bunker antiatomico, bensì con una fuga on the road (con qualche sosta) interminabile e singhiozzante attraverso la quale mettere al riparo il proprio figlio da interrogatori governativi e fanatismi religiosi alla disperata ricerca di un messia. E’ un po’ l’E.T. di turno infatti il piccolo Jaeden Lieberher, in apparenza umano eppure, in sostanza, capace di sparare dagli occhi raggi di luce messaggeri o, magari, scatenare involontariamente piogge di meteoriti dal cielo. Non viene da un altro pianeta, però, qualcosa pare averlo scelto per abitarlo e guidarlo, ancora non si sa se temporaneamente o per sempre, ma di certo, a breve, dovrebbe accadere un evento fondamentale in grado di fornire più spiegazioni a riguardo. C’è chi lo chiama giorno del giudizio, chi diffida e vuole indagare e chi senza pregiudizi attende curioso di scoprire la verità.
Sta di fatto che di quel filone fantascientifico che portiamo a cuore, "Midnight Special" prende solo l’impronta, il contorno della forma, andando a muoversi anarchicamente e non rispettando le regole stabilite per modernizzare (attualizzare, sarebbe meglio) la questione, facendosi imprevedibile. La magia, la gioia, l’emozione di quell'incontro ravvicinato del terzo tipo allora ecco che va a disperdersi, o meglio, a strozzarsi sotto il contenimento eccessivo di informazioni che mandano all'aria le premesse (buone) vibrate dall'atmosfera iniziale per incoraggiare uno svolgimento, probabilmente, troppo asciutto e uguale a sé stesso nel suo incedere.

Midnight Special Jaeden LieberherCi sono le fughe, i misteri da chiarire, il timore verso qualcosa che non si conosce o che comunque è diverso da noi, a fare da impalcatura alla pellicola di Nichols, elementi che vogliono rappresentare sicuramente un’aria di cambiamento, mostrandosi specchio di un’epoca che, inevitabilmente, stando anche alla cronaca, ormai soffre lo sconosciuto ed ogni suo tipo di derivazione, ma che non accontentano l’immaginario, né tantomeno l’intrattenimento. Il problema è che, oltre ciò, "Midnight Special" non ha nient’altro da dire, nient’altro da apportare al genere che approccia, girando intorno ad una storia che finge di tenere nascosti i suoi indizi, ma esclusivamente perché, in realtà, ha ben poco da svelare, se non un epilogo piuttosto moscio che non rende giustizia a quanto visto (e sopportato) nell'intero, sfiancante, cammino.

Perché va bene andare per la propria strada, niente in contrario ad essere innovativi, si può persino sbagliare, se l’intento è quello di seguire il proprio istinto, ma farsi trovare impreparati, confusi e responsabili della costruzione di un telo narrativo che non ha idea di che pesci prendere, forse, è comportamento un tantino goffo ed eccessivo. E non fa differenza se di mezzo c’è la fantascienza o un altro genere a caso, del resto, non è la prima volta che Nichols va a mettersi in difficoltà con le sue stesse mani, complicandosi la vita e rimettendoci la faccia. Sintomo della scomparsa di una bussola da recuperare il prima possibile, tornando a guardare, chissà, proprio a quei grandi nomi e a quei grandi miti da cui l'aver preso le distanze, magari, è stata azione precipitosamente affrettata e prematura.

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