Certe commedie fanno più bene agli attori che ai registi o al pubblico, perché gli permettono di impersonare dei ruoli che raramente o addirittura mai nella loro carriera gli è stato permesso di fare. Un Fabio De Luigi così sobrio, composto e assente dalle sue solite battutine ed espressioni da cartoon, per esempio, non si era praticamente mai visto da nessuna parte. E lo stesso vale per un Elio Germano in formato farabutto che, sulla falsa riga di un cinema italiano d’altri tempi, prova a ispirarsi a Vittorio Gassman mentre si approfitta di una situazione favorevole che gli casca praticamente tra le mani.
Nel film di Edoardo Falcone infatti - alla sua opera seconda dopo “Se Dio Vuole” - i due finiscono fianco a fianco perché De Luigi, orfano di padre sin da piccolo, sotto suggerimento di un luminare della reincarnazione e di un ossessione mai sanata, vede in Germano lo spirito di suo padre, il quale considerati i debiti in cui è coinvolto e la ricchezza ostentata da quello che gli sembra essenzialmente uno squilibrato ingenuotto gonfio di denaro, decide di stare al gioco e spolparlo fino all’osso per raddrizzare una vita colma di disastri e di fallimenti. La storia più vecchia del mondo, insomma, se consideriamo che i due, a forza di frequentarsi, diventeranno l’uno l’aiuto dell’altro e che nella malignità della circostanza riusciranno comunque a farsi del bene a vicenda, crescendo e, se vogliamo, anche maturando. Si serve quindi di una comicità meno di pancia questa volta Falcone, una comicità tiepida, particolarmente attenta a non essere volgare e attaccata moltissimo alle dinamiche fuori dagli schemi di una famiglia borghese con madre e figlio stravaganti e un patrigno a capo - interpretato da un irresistibile Eros Pagni – assai fondamentale quando si tratta di evidenziare con la sua bella voce impostata l’irrazionalità dilagante, riportando tutti coi piedi per terra.
Gli ingredienti appropriati per una pellicola genuina, compatta, dove si ride regolarmente, in maniera misurata, e dove l’attenzione maggiore è concentrata su di una trama che non disperde mai le sue energie positive, allontanando il più possibile gli influssi negativi. A dare una mano in questo, un comparto di co-protagonisti egregiamente preparati per fungere da sostegno ai due attori principali, servendo assist all’occorrenza, ma soprattutto rivelandosi spalle solidissime a cui appoggiarsi in quei rari casi d’emergenza dove l’assolo non basta o va in sofferenza. Perché se è vero che Germano e De Luigi insieme funzionano parecchio e danno forse il meglio, è altrettanto vero che separati, ogni tanto, mostrano quel velo di incomodo che fortunatamente Falcone sa sempre come andare a rivestire, intervenendo puntuale.
Gli mancano solo un paio di sketch davvero esilaranti allora a “Questione Di Karma” per raggiungere la sua proporzione migliore, quelli con cui elevare un po’ il fragore delle risate in sala e che restano scolpiti nella memoria dello spettatore. Di passi avanti tuttavia Falcone ne ha fatti ugualmente, eliminando i difetti evidenziati dal suo esordio e puntando ad una crescita personale di regista e sceneggiatore, speriamo, non ancora terminata e in corso.
Nel frattempo le cose sembrano comunque girargli per il verso giusto visto che, dopo aver citato “I Soliti Sospetti” in questa sua ultima fatica, Bryan Singer, regista di quel film, ha annunciato di voler realizzare un remake americano di “Se Dio Vuole”.
E se non è karma questo...
Trailer:
Nel film di Edoardo Falcone infatti - alla sua opera seconda dopo “Se Dio Vuole” - i due finiscono fianco a fianco perché De Luigi, orfano di padre sin da piccolo, sotto suggerimento di un luminare della reincarnazione e di un ossessione mai sanata, vede in Germano lo spirito di suo padre, il quale considerati i debiti in cui è coinvolto e la ricchezza ostentata da quello che gli sembra essenzialmente uno squilibrato ingenuotto gonfio di denaro, decide di stare al gioco e spolparlo fino all’osso per raddrizzare una vita colma di disastri e di fallimenti. La storia più vecchia del mondo, insomma, se consideriamo che i due, a forza di frequentarsi, diventeranno l’uno l’aiuto dell’altro e che nella malignità della circostanza riusciranno comunque a farsi del bene a vicenda, crescendo e, se vogliamo, anche maturando. Si serve quindi di una comicità meno di pancia questa volta Falcone, una comicità tiepida, particolarmente attenta a non essere volgare e attaccata moltissimo alle dinamiche fuori dagli schemi di una famiglia borghese con madre e figlio stravaganti e un patrigno a capo - interpretato da un irresistibile Eros Pagni – assai fondamentale quando si tratta di evidenziare con la sua bella voce impostata l’irrazionalità dilagante, riportando tutti coi piedi per terra.
Gli ingredienti appropriati per una pellicola genuina, compatta, dove si ride regolarmente, in maniera misurata, e dove l’attenzione maggiore è concentrata su di una trama che non disperde mai le sue energie positive, allontanando il più possibile gli influssi negativi. A dare una mano in questo, un comparto di co-protagonisti egregiamente preparati per fungere da sostegno ai due attori principali, servendo assist all’occorrenza, ma soprattutto rivelandosi spalle solidissime a cui appoggiarsi in quei rari casi d’emergenza dove l’assolo non basta o va in sofferenza. Perché se è vero che Germano e De Luigi insieme funzionano parecchio e danno forse il meglio, è altrettanto vero che separati, ogni tanto, mostrano quel velo di incomodo che fortunatamente Falcone sa sempre come andare a rivestire, intervenendo puntuale.
Gli mancano solo un paio di sketch davvero esilaranti allora a “Questione Di Karma” per raggiungere la sua proporzione migliore, quelli con cui elevare un po’ il fragore delle risate in sala e che restano scolpiti nella memoria dello spettatore. Di passi avanti tuttavia Falcone ne ha fatti ugualmente, eliminando i difetti evidenziati dal suo esordio e puntando ad una crescita personale di regista e sceneggiatore, speriamo, non ancora terminata e in corso.
Nel frattempo le cose sembrano comunque girargli per il verso giusto visto che, dopo aver citato “I Soliti Sospetti” in questa sua ultima fatica, Bryan Singer, regista di quel film, ha annunciato di voler realizzare un remake americano di “Se Dio Vuole”.
E se non è karma questo...
Trailer:
sembra una commedia molto divertente!
RispondiEliminahttp://modaodaradosti.blogspot.ba/
ho un sacco di voglia di vedere questo film
RispondiEliminai due protagonisti sono tra i più interessanti attori del panorama italiano, e nell'immediato credo De Luigi saprà coinvolgermi e conquistarmi di più... sebbene Germano, nonostante l'esorbitante impegno politico/sociale propinato sia ottimo attore