La Ballata Di Buster Scruggs - La Recensione

La Ballata Di Buster Scruggs CoenIn principio doveva essere una serie televisiva “La Ballata Di Buster Scruggs”, l’esordio dei fratelli Coen con un progetto sul piccolo schermo e la prima collaborazione tra loro e Netflix. In fase di realizzazione, però, qualcosa è cambiato, difficile dire se in peggio o in meglio, ma fatto sta che il risultato ha voluto che quei sei episodi che sarebbero dovuti durare trenta, quaranta, o chissà quanti minuti l’uno, sono diventati un film di due ore abbondanti, incapace di nascondere le sue derive, ma sorprendentemente robusto, logico e persuasivo.

La struttura antologica di storie che si alternano, slegate l’una dall'altra, è rimasta, così come quell'omaggio al filone western - protagonista assoluto di sfondo e avvenimenti - sul quale i Coen vanno a forgiare quella catena conduttrice dedicata alla Morte che, forse, potrebbe essere l’unica aggiunta necessaria, eseguita in corsa, e utile a riordinare i propositi. Non c’è personaggio infatti – che sia primario o comprimario – che non debba fare i conti col proprio destino in “La Ballata Di Buster Scruggs”: con una vita pronta a sorprenderti quando meno te l’aspetti o che, beffarda, sembra non veda l’ora di prendersi gioco di te, sfruttando un momento di estremo apice o di parziale declino. Il tutto senza rinunciare – come era ovvio che fosse – a quello spirito sarcastico e irresistibile che contraddistingue i due registi, e a quella filosofia un po’ scanzonata e fatalista – che trovò la sua massima espressione in ”Non È Un Paese Per Vecchi” - di chi non ha risposte da dare sull'esistenza, tranne la certezza che sia tutto profondamente casuale, dominato dal caos, se non, addirittura, dall'assurdo.
Quell'assurdo che ritroviamo piacevolmente nella caratterizzazione di moltissimi dei personaggi: a cominciare dallo Buster Scruggs del titolo – di cui avremmo visto più che volentieri uno stand-alone - , passando, poi, per il direttore di banca, appassionato di padelle, e terminando, infine, con una diligenza trainata da un misterioso pilota, con singolari passeggeri a bordo, – e vagamente ispirata a quella di “The Hateful Eight” – che conclude il suo viaggio alle porte di un albergo dall'aria funesta e a dir poco inquietante.

La Ballata Di Buster Scruggs NetflixLe scorie, allora, che solitamente in situazioni come questa – di repentino cambiamento, di stravolgimento rispetto alle premesse – non tardano a farsi sentire e a rimarcare un deragliamento, con grande stupore ci appaiono ridotte ai minimi termini: evidenti, è, ma meno di quanto, probabilmente, lo sarebbero state forzando un prodotto a puntate che, a un certo punto, nella testa dei Coen avevano smesso di esistere. Perché sebbene sia evidente che “The Ballad of Buster Scruggs” non sia figlio di una vena creativa messa accuratamente a fuoco, ma di brandelli in fase di sviluppo o di illuminazione - magari sbocciati come singole idee per potenziali lungometraggi, temporaneamente accantonate - , è altrettanto evidente come il lavoro eseguito sul potenziale degli stessi e sulle opportunità a disposizione abbia portato al raggiungimento della soluzione migliore possibile: quella di una pellicola-ibrida, capace di stare comunque perfettamente in piedi.

Non solo per via di una spina dorsale profonda e affascinante, ma anche per merito di alcune parentesi notevolissime di (gigantesco) cinema che fanno letteralmente esaltare ed elettrizzare il cervello, e per le quali, appunto, non smetteremo mai di ringraziare Dio, pardon, il Caso, di averci concesso il lusso di poter beneficiare di due autori unici e frizzanti come i fratelli del Minnesota.

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