La Befana Vien Di Notte - La Recensione

La Befana Vien Di Notte Cortellesi
Ha ragione Michele Soavi quando dice – durante la conferenza stampa di “La Befana Vien Di Notte” - che, una volta, in Italia, si facevano solo film di genere.
Chi se non lui, del resto, potrebbe azzardare un'affermazione simile, che negli anni ’80 e ’90 - prima di tirare a campare in televisione, con mini-serie generaliste - è stato uno dei maggiori esponenti del cinema horror italiano.
Un periodo che - glie lo si legge in faccia - ricorda con un pizzico di malinconia, alleviata dalla fortuna – a quanto pare – di essere stato scelto come regista imprescindibile per fare in modo che questa storia sulla Befana, scritta da Nicola Guaglianone, potesse giungere sul grande schermo priva di ridimensionamenti.

Serviva un artigiano, un maestro d’altri tempi, infatti, per rendere giustizia a un copione di genere – appunto – come “La Befana Vien Di Notte”. Una persona che ama osare; che non si fa problemi a chiedere - tra furbizia e ingenuità - ai suoi attori di fare il passettino più lungo della gamba: senza arrabbiarsi, o portare rancore, se quel passettino per loro è troppo rischioso, oppure impossibile da compiere senza l’apporto di un artificio. E poi perché in mano a un regista qualsiasi probabilmente – a uno di quelli con l’animo freddo, industrializzato, moderno, insomma - quell’atmosfera anni’80 un po’ gooniesca, un po’ “Gremlins” e un po’ “Stranger Things” non si sarebbe respirata, o perlomeno non con la stessa temperatura e intensità di come, in realtà, avviene. Non sbaglia nulla allora, Soavi, scende a patti col coming-of-age e ci racconta quest’avventura magica e divertente, dove sei bambini, muniti di zaini e di biciclette, affrontano il gelo, la neve e i boschi del Trentino (cacciatori e lupi, compresi) per andare a salvare la loro maestra delle elementari - che hanno appena scoperto essere la vera Befana - dalle grinfie di un giocattolaio malvagio che ha intenzione di eliminarla, prendendo il suo posto.

La Befana Vien Di Notte Stefano FresiSono loro a essere i veri protagonisti; a scandire il ritmo; a dover compiere un percorso tortuoso, azzardato e privo di certezze, nel quale mettere alla prova sé stessi, paure e debolezze, scoprendosi, infine, più coraggiosi, uniti e maturi di quanto avrebbero mai pensato. Ci tiene molto ai (suoi) bambini, “La Befana Vien Di Notte”, all’educazione da impartirgli, all’importanza di fare gruppo: mettendoli in guardia anche dal lato oscuro del bullismo che, visto il mondo che c’è lì fuori, proprio non conviene a nessuno, gli dice la maestra. Insegnamenti civici di livello base che in una pellicola dedicata ai più piccoli (ma che i grandi apprezzeranno lo stesso) non possono venire meno, sebbene Soavi non si faccia troppi problemi neppure a mostrare l’approccio con le loro prime pulsioni sessuali, gestite con impaccio, ma, in certi casi, pure con smaliziata organizzazione.

Il tutto senza dimenticare di ritagliare lo spazio necessario (che è molto) per far salire in cattedra la Befana di Paola Cortellesi; per mettere in evidenza gli effetti speciali del suo (secondo) faticoso lavoro praticato nei cieli; una vita sentimentale ostica da tenere in piedi, l'odio fortissimo verso l’antagonista Babbo Natale - più amato di lei perché, forse, viviamo in una società assai maschilista - e l’ottimo trucco e parrucco (capace di preservare la sua espressività in scena) che va a fare il paio con l’altro – meno complicato, ma ugualmente incantevole – del favoloso villain di Stefano Fresi (che vanta una dimora dal gusto pop, davvero niente male).

Nel suo piccolo – dove piccolo sta per un budget, comunque, più stretto del necessario – l'impressione, quindi, è che si sia riusciti, alla fine, a realizzare qualcosa di veramente originale e inconsueto. Un oggetto misterioso, nel nostro cinema, oggi, che torna a maneggiare finalmente un film di genere e – come dice la Cortellesi – a portare a casa un titolo che - glie lo auguriamo - può ambire, in futuro, a diventare un classico (delle feste) per tutta quella fetta di pubblico cui è dedicato.

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