Shazam! - La Recensione

Shazam Film
Ti aspetti un basso profilo, una pellicola divertente, disposta a rischiare – viste le ultime grane e fallimenti - il meno possibile e, invece, con “Shazam!” l’universo DC non solo fa scelte piuttosto controcorrente, ma riparte anche col piede migliore possibile.

Il primo segnale di un cambiamento in atto arriva da un prologo dove un bambino vessato e svalorizzato da fratello maggiore e padre, si ritrova per la prima volta a contatto con un mago che vorrebbe sceglierlo come eletto, cedendogli tutti i suoi super-poteri in cambio di una manifestazione di incorruttibilità. Solitamente, in questi casi, assistiamo quindi alla rivincita del nerd, il quale può finalmente riscattarsi e dimostrare a quel mondo che lo riteneva uno sfigato che, in realtà, è esattamente l’opposto. Ma stavolta la situazione cambia. Perché quella a cui stiamo assistendo non è la nascita dell’eroe, ma quella del villain. Paradossalmente, infatti, nel film diretto da David F. Sandberg è il cattivo ad avere più spessore, a mettere in evidenza le cicatrici e le motivazioni (tutte affettive) che finiscono per deviarlo al lato oscuro: trasformandolo in un adulto assetato di potere e di vendetta. E questo perché probabilmente (nei sequel) ci sarà abbastanza tempo – e spazio – per approfondire le pieghe relative a Billy, l’adolescente che, qualche decennio più tardi, scopriamo essere stato abbandonato dalla madre quando era ancora piccolissimo e costretto a vagare di casa famiglia in casa famiglia, fuggendo puntuale per mettersi alla ricerca degli unici affetti di cui vorrebbe circondarsi: quelli originali. Sarà lui, nonostante alcune oggettive riserve, a ereditare, allora, i poteri del mago di cui sopra, diventando una sorta di Peter Parker raimiano affidato a due genitori che, complice il loro passato da orfani, hanno pensato bene di adottare altri cinque ragazzi, formando una famiglia completamente fuori dal comune e per questo divertentissima, assortita e imprevedibile.

Non c’è da scavare, insomma, per rintracciare dove si nasconda il cuore di questo “Shazam!”: concentrato integralmente sull'amore e sugli affetti che non è detto debbano per forza avere radici profonde, o legami di sangue. Il bello, però, di questa pellicola fresca, leggera e spensierata come non se ne vedevano da tempo tra i cine-comic, è che non appena se ne ha l’opportunità la si coglie per far divertire lo spettatore in maniera intelligente, acuta: giocando sia con un umorismo bilanciato sull'età dei protagonisti, sia con alcune regole cinematografiche, spesso date per scontato, ma non sempre colme di logica (vedi la scena del discorso di Mark Strong tra i palazzi). Nulla pare sia stato lasciato al caso, dunque, neppure la scelta di un regista che, sulle prime appariva molto aziendalista e privo della personalità giusta, ma che si rivela improvvisamente oculato, pronto e azzeccato in tutto e in particolare quando a fuoriuscire deve essere un lato horror piuttosto spinto – considerando il target – che fa perfettamente scopa con la genesi e le inclinazioni di Sandberg.

Così, dai pregiudizi che si portava dietro e le aspettative nulla a pretendere che l’accompagnavano, “Shazam!”, più rapido di quanto ci metta il suo stesso eroe a gonfiarsi e a trasformarsi nel bravissimo Zachary Levi, apre il petto e fa la voce grossa, portando al cinema e al genere di riferimento quella boccata d’aria fresca che stavamo aspettando e che, magari, non ci dispiacerebbe affatto riprendere.

Trailer:

Commenti