The Killer - La Recensione

The Killer Poster

Stick to your plan. Trust no one. Stick to the plan. Forbid empathy. Stick to the plan. Anticipate, don’t improvise. Stick to your plan. Never yield an advantage. Stick to the plan. Fight only the battle you’re paid to fight. Ask yourself: “What’s in it for me?”. Stick to your plan. Trust no one. Empathy is wickness. Wickness is vulnerability. This is what it takes, if you want to succeed. Simple. 

Sembra una filastrocca, e invece sono le regole che il killer del titolo, interpretato da Michael Fassbender, non smette – letteralmente, proprio – di ripetere (noi le sentiamo in voice over) nella sua testa quando è in servizio. Lui uccide. E lo fa su commissione. Non ha un’etica, non può permettersi sentimenti e non vuole sapere nulla sul suo bersaglio. E' ingaggiato per premere il grilletto e basta. E il motivo per cui è un professionista, il motivo per cui ha successo, sta tutto in quella semplice lista di regole che alla fine del film, probabilmente, avremo imparato quasi a memoria.

Stiamo parlando di un personaggio algido, spietato, psicopatico, per certi versi.
Eppure, nel capitolo di apertura – che è pazzesco, per come Fincher riesce a lavorare con il silenzio, il rumore delle strade di Parigi, le notifiche dell’orologio che conta i battiti, la musica – notiamo che questo atteggiamento, in realtà, è allenato, disciplinato, non esattamente di stampo naturale. Che poi è il motivo che provoca l’incidente – l’errore – con il quale la pellicola si mette in moto, scatenando una reazione a catena che servirà a confermare l’esistenza di questo principio di umanità latente. Perché dietro colui che dovrebbe vivere come vivrebbe un fantasma, libero da qualsiasi legame e da qualsiasi luogo, ci sono dei punti fermi che, inevitabilmente, sono destinati a rivoltarsi contro di lui, trasformandosi in punti deboli. Ed è attraverso di essi che noi spettatori riusciamo a instaurare una connessione, a chiudere un occhio sulle sue origini assassine e a farci coinvolgere emotivamente dalla sete di vendetta che verrà: e che diventerà una scalata piramidale, dal sapore diverso, ma comunque molto simile a quella intrapresa da La Sposa di Uma Thurman – anche lei killer professionista – in “Kill Bill”.

The Killer Film 2023

Cambia prospettiva, allora, David Fincher.
In “The Killer” è l’assassino a far da padrone.
Quello che solitamente ci aveva abituato a veder cacciare, interrogare, condannare. E fa un effetto strano trovarsi dall’altro lato. Restare affascinati dalla precisione, dalla cura dei dettagli e dalla pazienza (estrema) con la quale il personaggio di Fassbender si prepara ad entrare in azione. L’impressione è che il regista, stavolta, abbia una grandissima voglia di divertirsi e per farlo si accontenti di una sceneggiatura piuttosto classica che però nelle sue mani – e grazie alla sua regia – diventa qualcosa di più grande e magnetico. La tensione è stabile, la presa è totale. L’unico spazio per respirare ci viene concesso nell’istante in cui fa capolino la sottotrama romantica, che minaccia un pizzico di standardizzare l’andamento della narrazione, salvo poi essere gestita e archiviata con estrema maestria e massima scioltezza. Trattasi, infatti, di un arresto programmato, nodale a prendere la rincorsa necessaria per affrontare il resto della maratona senza il bisogno di nuove soste. Una maratona che è stracolma di sequenze straordinarie, lotte brutali e momenti magnifici, come quello al ristorante in compagnia di Tilda Swinton.

E non fa niente se, una volta giunti ai titoli di coda, siamo perfettamente consapevoli che “The Killer” non sarà un’opera destinata ad entrare nel podio dei migliori film del suo regista.
Non fa niente, perché trattasi di un dilemma secondario, inutile, specialmente in un spaccato storico-cinematografico come questo.
L’unica cosa che conta – e che sbaglieremmo a dare per scontata, purtroppo – è che il cinema di Fincher continui ad essere presente, a riempire i nostri cinema e a ricordare a tutti coloro che intendono fare altrettanto quale sia il livello con cui devono misurarsi.

Trailer:

Commenti

  1. Stilisticamente perfetto e gran prova di regia, niente da dire. Però... boh, anche un po' fine a se stesso: passata la visione personalmente mi è rimasto ben poco. Un film che non va oltre la storia che racconta anche se, certo, un film di Fincher si vede sempre volentieri.

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