May December - La Recensione

May December Poster

Che “May December” sia un oggetto misterioso lo si capisce ancor prima che le sue dinamiche vengano definite. Con quel jingle stranissimo e sinistro – da soap opera, quasi – che suona non appena il personaggio di Julianne Moore apre lo sportello del suo frigorifero.
Ciò che sentiamo è chiaramente un avvertimento che Todd Haynes vuole dare a noi pubblico, un avvertimento che nel corso della sua pellicola tornerà a farsi vivo: un po’ per incuriosire e attirare l'attenzione, un po’, forse, anche per prenderci in giro.

Perché, di fatto, non c’è nulla da nascondere, tutto è alla luce del sole: con la Elizabeth di Natalie Portman che raggiunge Savannah per entrare in contatto con la Gracie di Moore, perché a breve dovrà interpretarla in un film che andrà a ricostruire la sua vicenda (la verità). E la vicenda in questione – finita su ogni tabloid e diventata scandalo di dominio pubblico – è quella che vent’anni prima l’ha vista andare in prigione per aver avuto una relazione col tredicenne Joe, dalla quale poi è nata una bambina. Relazione che, a seguito della scarcerazione di lei, i due hanno ripreso e continuato, dando alla luce altri due gemelli (adesso adolescenti). L’unico mistero da risolvere, allora, è quello relativo alla stabilità di questa famiglia: apparentemente serena e felice, nonostante un passato (e un presente) fuori dal comune. Passato che però Grace è riuscita a mettere alle spalle e a gestire, re-integrandosi pure con buona parte della comunità locale, a prescindere da qualcuno che, sporadicamente, non manca di rinnovargli il proprio rancore. Questo, perlomeno, secondo un lato della medaglia (una verità), quello che noi vediamo insieme ad Elizabeth, e che non fa esattamente il paio con ciò che accade non appena il suo sguardo smette di essere presente.

May December Film

Di polvere sotto al tappeto – o sotto ai tappeti – ce n’è, del resto. E nemmeno poca.
A cominciare dalle vittime collaterali – il marito tradito, i figli abbandonati, l’eredità per quelli nati dopo – che, inevitabilmente, un gesto come quello di Grace può aver provocato. E scavando nel passato come fosse una giornalista – ma sempre e solo con lo scopo di entrare meglio nel ruolo – è come se Elizabeth, allora, cominciasse a grattare via la superficie e a rimuovere il trucco che ognuno dei diretti interessati si è messo addosso. Un trucco che, in molti, non vedono l’ora di farsi staccare – l’eterno adolescente Joe, in primis – per lasciarsi scoprire e per liberarsi del (grosso) peso. Ma trucco che, al contrario, e letteralmente, Grace continua a mettersi (e incoraggia a mettere) addosso, nel tentativo di insabbiare le informazioni raccolte e proteggere una finta-verità, che cade a pezzi ogni notte, nel buio e nella solitudine della sua camera da letto.

Ma qual è la realtà? Dove sta la soluzione? E, soprattutto, è davvero utile arrivarci?
Sono queste le domande che vengono sollevate (a noi) mentre il torbido scambio di ruoli tra Elizabeth e Grace manipola e intossica chiunque osi passarci attraverso. Con grande maestria Haynes lo trasforma nella colonna portante della sua storia, muovendosi a metà tra il thriller e il melodramma e arrivando ad angosciare più per ciò che nasconde e sottende, che per quello che mostra.

Trailer:

Commenti

  1. Un film che racconta una "storiaccia" successa in America ma che poteva succedere in ogni parte del mondo occidentale, bigotto e piccolo borghese. Grande prova (al solito) delle due interpreti.

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