Furiosa: A Mad Max Saga - La Recensione

Furiosa: A Mad Max Saga Poster

Quando uscì quel capolavoro di "Mad Max: Fury Road", nel 2015, ciò che stupì di più, subito dopo il lavoro eccelso di George Miller e delle conseguenze che inevitabilmente avrebbe avuto su qualsiasi prodotto simile uscito in futuro, fu il personaggio di Charlize Theron. Furiosa. Protagonista effettiva di quella pellicola, che apparentemente davamo per scontato - almeno io - dovesse poggiare per intero sulle spalle di Tom Hardy.
E quasi dieci anni dopo, quel personaggio - fantastico - torna a riprendersi la scena, ad approfondire la sua storia, le sue origini. Regalando a noi spettatori - da tempo in attesa di un sequel che, forse, non arriverà mai(?) - quantomeno un pretesto per tornare a viaggiare in quel mondo post-apocalittico e desolato che fa da sfondo alla saga.

Non c'è Tom Hardy, non c'è Charlize Theron, perché ad interpretare Furiosa giovane-ragazza è un'azzeccatissima Anya Taylor-Joy. Impressionante la somiglianza, sia estetica che di temperamento, segno di un lavoro meticolosissimo eseguito (plausibilmente) dall'attrice, che deve aver studiato a fondo il materiale di partenza. Epperò Miller non parte da lei, ma da molto più indietro. Da Furiosa bambina, dal trauma subito per difendere le terre dell'abbondanza in cui viveva insieme alla sua comunità, insieme a sua madre. In un contesto globale che era già diventato arido come quello che abbiamo conosciuto e che quindi andava tenuto nascosto agli occhi di qualunque straniero osasse casualmente avvicinarsi. Compito eseguito alla perfezione, quando gli uomini di Dementus invadono la loro serenità, se non fosse per il contraccolpo del suo rapimento e della sua genitrice messa al rogo. Da qui, i capitoli della storia e della sua prigionia iniziano a susseguirsi, ma non con la stessa foga e con la stessa rincorsa che aveva contraddistinto "Mad Max: Fury Road". Miller decide di prendersi più tempo, di fare tanti stop and go, e soprattutto di sacrificare un pizzico la narrazione - e la coerenza, anche - e l'evoluzione della sua protagonista, per ampliare il suo immaginario e il suo universo. Diventa più un viaggio nei territori e nella fauna, allora, "Furiosa: A Mad Max Saga", un'appendice e un'esplorazione che potrebbe - se collocato cronologicamente - preparare lo spettatore agli eventi e al contesto del film successivo. Sebbene, fare questo, obblighi Miller a rinunciare a parecchio mordente, a quell'adrenalina che la maggior parte degli spettatori, magari, si aspettavano di trovare o davano per scontato.

Furiosa Anya Taylor-Joy

Dovranno trovare, invece, il modo di pazientare e di godersi gli sprazzi (d'autore, sia chiaro) che comunque non mancano e che sanno ancora come prendersi la scena. Così come non manca nemmeno il ritorno di alcuni personaggi che riconosceremo perché assumeranno maggior importanza quando Furiosa diventerà Theron. Tuttavia, per ingranare la marcia bisogna attendere che passi la prima ora, che Taylor-Joy faccia capolino, portando con sé la sua presenza scenica ed il suo sguardo vivido. Di premesse da aggiungere e da sistemare a quel punto ne restano pochissime, un paio, tant'è che di lì a poco la tirata lunga verso il traguardo che attendevamo impazienti è praticamente a una curva di distanza. Ed è bellissimo quando finalmente la freccia del contachilometri comincia a impennarsi, quando di colpo "Furiosa: A Mad Max Saga" si ricorda da dove viene e capisce che, vuoi o non vuoi, per avere senso di esistere, è necessario strizzare l'occhio (se non proprio imitare) al suo capostipite. Peccato che l'attesa spesso risulti davvero tanta, troppa, e che Miller allunghi un brodo che avrebbe avuto maggior sapore in una versione ristretta (mezz'ora di meno), pur dimostrando ugualmente, alla sua veneranda età, di continuare a mangiare in testa a chiunque voglia provare ad emularlo.

Certo, la domanda poi sorge spontanea: "Ma Furiosa è all'altezza di un posto nella saga?".
Specialmente lato fan: "E' degno dell'epica passata che lo ha preceduto?".
Qui il parere sarà soggettivo, sono molti probabilmente gli elementi che potrebbero fare ballare la risposta. Su una cosa però credo che non ci siano dubbi: Chris Hemsworth come antagonista ce lo potevamo pure risparmiare.

Trailer:

Commenti