Longlegs - La Recensione

Longlegs Poster

Attorno a "Longlegs" è stata eseguita una campagna promozionale ideata a regola d'arte. 
Una serie di clip inquietanti, ambigue, che mettevano a disagio chi le guardava senza fornirgli alcun genere di informazione, di orientamento. E persino quando ci si è avvicinati alla data di uscita, e quindi era arrivato il momento di fornire alcune risposte, di mostrare un teaser, piuttosto che un trailer vero e proprio, la situazione non è cambiata granché. Il mistero continuava a dominare, solleticando la curiosità degli appassionati del genere, che a questo punto cominciavano a chiedersi dov'è che volesse andare a parare la pellicola. E se tale comportamento non fosse frutto di una strategia volta a celare un tutto fumo e niente arrosto.

Tanti interrogativi, tante aspettative, insomma, che - bisogna riconoscerglielo - "Longlegs" ha la sfacciataggine e la sicurezza di rilanciare con un prologo letteralmente da brividi, che riporta alla mente echi twinpeaksiani, sia per atmosfere e sia perché guidato da un serial killer -  che porta il nome del film - inquietante e a malapena identificabile, e che nulla ha da invidiare al terribile Bob di quella serie: con il quale, tra l'altro, ha in comune più di quanto sembri. E a mettersi sulle sue tracce, anni dopo gli eventi iniziali, toccherà all'agente dell'FBI Lee Harker di Maika Monroe, la quale, a proposito di Lynch e delle sue influenze, si ritrova a dover lavorare al caso rispondendo subito con delle "mezze intuizioni" da sensitiva che si rivelano fondamentali per mettere l'indagine sui binari giusti. Una svolta che sposta la pellicola, scritta e diretta da Oz Perkins (teniamolo d'occhio), verso territori assai più inclini al cinema fincheriano, con una caccia sempre più intricata, enigmatica e brutale destinata ad aumentare la posta in gioco e la sensazione di terrore e di angoscia percepita. Le ricostruzioni, infatti, insieme alle tante prove (e alle lettere) raccolte (nel corso del tempo), tendono a fare acqua da moltissime parti e a non tornare mai in forma logica (non è l'assassino a uccidere le sue vittime, sono le vittime ad assecondare i suoi desideri), aprendo l'ipotesi di un sovrannaturale possibile che, al di là di ogni scetticismo, resta in piedi grazie all'aiuto di algoritmi e di simboli satanici che continuano a trovare riscontro.

Longlegs Film Perkins

C'è da dire, allora, che la bravura di Perkins sta tutta nell'essere riuscito a mettere in piedi un horror criptico, dal sapore stravagante, atipico, e quindi inevitabilmente interessante. Furbo sotto certi aspetti, eppure decisamente intelligente sotto altri (i più importanti?). Perché se è vero che a "Longless" piace tantissimo stuzzicare lo spettatore, e non appena ne ha l'opportunità lo tratta come farebbe un gatto con un topo catturato per cena, è altrettanto vero che non è solo in questo modo che riesce a costruire i suoi punti di forza. Anzi, si fosse limitato a ciò, forse il suo magnetismo, il suo potere visivo e la sua presa strettissima si sarebbero esaurite in un battere di ciglia. Invece questo temporeggiare, questo rimandare l'entrata (integrale) in scena del villain - del Joker - impersonato (non a caso) da un Nicolas Cage che qui somiglia tanto a un Marilyn Manson dai capelli bianchi - che nel frattempo aleggia, appare in lontananza, e di cui si parla tanto, mostrando malefatte che ne fanno aumentare mostruosità e timore - è parte di una strategia messa in pratica da chi conosce intensamente la materia, da chi sa come raccontare una storia, da chi ha studiato il genere di riferimento e assorbito le sue tecniche (e caratteristiche).

Perché poi quando è il turno di scoprire le carte, di vedere davvero il numero degli assi che ha tra le mani, ci rendiamo conto che per quanto lo scetticismo non avesse mai abbandonato la nostra mente, "Longless" non ha bluffato, che da quando ha cominciato a giocare (con noi) aveva davvero, dalla sua, quella mano solida che andava millantando. Vincendo meritatamente e in scioltezza la sua partita e lasciando noi più sorpresi (e soddisfatti) del previsto e con una manciata di buoni spunti per fare incubi durante la notte.

Trailer:

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