Il primo riferimento che viene in mente osservando "Les Femmes Au Balcon" è "A Prova Di Morte" di Quentin Tarantino e non tanto per via dell'omicidio di un uomo (per mano di una donna) - rimasto in sospeso e impunito, ma poi capiremo perché - consumato durante la scena d'apertura, quanto per questo mondo femminile privato che prepotentemente, e subito, emerge, abbaglia, affascina. Un femminile che la regista, co-sceneggiatrice (insieme a Céline Sciamma) e co- protagonista Noemie Merlant ci tiene particolarmente a far deflagrare, a divulgare, con orgoglio e irriverenza, mostrandone i lati più fragili e sensibili, ma pure quelli più risoluti e spericolati, più intimi e sconci (vedi lo squirting).
Insomma, l'allusione alla pellicola di Tarantino c'è, magari contamina leggermente il copione di "Les Femmes Au Balcon", ma poi viene rapidamente accantonata e messa da parte. Perché quando Ruby, Elise e Nicole - il trio di amiche protagoniste - si ritrovano coinvolte, e co- responsabili, di un caso di omicidio - si, un altro uomo - la questione si amplia e tutto cambia dal giorno alla notte. Ma letteralmente, proprio. La fotografia bellissima - firmata Evgenia Alexandrova - dal colore quasi dorato, luminoso e fulgente di questa estate torrida e, quindi, temibile e pericolosa, infatti, varia di tono, assecondando il grottesco della situazione e tingendosi di dark, di tenebroso, con questi neon rossi, verdi e blu che la sporcano e la rendono accattivante, stregata, smorzando il carico della tragedia. Tant'è che, a un certo punto, il morto ecco che riappare, e lo fa sotto forma di zombie, di cadavere parlante, e con lui riappare anche l'uomo ucciso all'inizio, e poi ancora altri, raggruppati per le vie della città e accomunati tutti dalla mano di una donna (diversa) che gli ha tolto la vita. Indizi che cominciano a formare - non ancora a dare - una prova, o perlomeno a indirizzare verso una meta che tardava a rivelarsi, a voler scoprire le sue carte.
Azzarda Merlant, compie scelte audaci attraverso le quali, ogni tanto, rischia di perdere pure il filo del discorso. Un coraggio che finisce per premiarla, però, per darle credito, farle trovare la forza di non cadere mai del tutto, o di cadere in piedi. E l'asso nella manica le arriva dalla Nicole di Sanda Codreanu, aspirante scrittrice e vicina segretamente innamorata del morto che ora sta cercando di occultare. L'uomo che spiava di nascosto e che l'aveva ispirata per un romanzo, che violentando la sua migliore amica, ora l'aveva delusa, amareggiata, ma continuava lo stesso a rimanerle in testa, a perseguitarla. La realtà, attraverso di lei e la sua voce fuori campo, comincia cosi a mischiarsi con la fantasia, con il processo creativo, e lentamente le stonature della pellicola, recuperano accordi e ritmo, tornando in sincrono con un racconto che ora ha facoltà di muoversi libero, sfacciato e svincolato da ogni genere di incredulita.
Diventa sempre più godibile, ribelle e divertente perciò, "Les Femmes Au Balcon", nonostante converga e miri a cesellare un messaggio - la tossicità dell'uomo (qui dipinto come violento, stupido, egoista) e il suo mancato rispetto nei confronti della donna - che al cinema, ormai, stiamo vedendo spesso e in tutte le salse. L'accoppiata Merlant-Sciamma, tuttavia, riesce ad aggiungere lo stesso quel pizzico di originalità e di sperimentazione in scrittura che fa rima con buon cinema e con la soddisfazione che può provare uno spettatore a trovarcisi di fronte.
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