Voices (Pitch Perfect) - La Recensione

Con il fenomeno "Glee" nettamente in calo, per non dire in caduta libera, una pellicola come "Voices" non può che affacciarsi debole e fuori tempo massimo nel panorama italiano, riuscendo invece solo a salvare la faccia nel territorio americano dove pare gli verrà accordata anche la seconda chance di un sequel.

Sta di fatto che da noi l'esordio di Jason Moore, non può che lasciare perplessi e poco soddisfatti. La sua commedia che poco ha a che fare con il musical - o almeno con quelli davvero meritevoli di essere chiamati tali - punta l'intera posta sulle sfide canore a-cappella di musica pop-dance-moderna, su cui poi la trama va a montare un contest scolastico annuale con tanto di provini dentro-fuori in stile reality televisivo.

Questo approccio scelto da Moore non è affatto casuale in un momento storico in cui voce e musica sfornano talent a vista d'occhio e diventa infatti non solo una delle soluzioni più riuscite del suo lavoro ma soprattutto uno specchio dei tempi, che anticipa la spedizione di altri messaggi di cui poi la storia si farà carico in avanti. Al di là di quelli che già conosciamo e che vedono l'arte della musica e del canto, appunto, come un collante capace di aggregare, di sfondare barriere ed eliminare ogni genere di distanza emotiva o culturale in una società sempre vicina all'isolamento della tecnologia, "Voices" con acuto altissimo si sofferma su quanto oggi un certo tipo di spettacolo abbia cambiato radicalmente il suo metodo di fruizione. Se una volta si badava molto alla tecnica e meno al resto, oggi a fare degli show un assoluto fiasco o un clamoroso successo è l'esibizione e il trasporto che si è in grado di generare sul pubblico, e che obbliga innanzitutto a stare al passo coi cambiamenti rapidissimi e insistenti. In sintesi, senza coinvolgimento si perde in partenza, e la Becca protagonista interpretata da Anna Kendrick tenta spesso di inculcare questa teoria nella testa della capogruppo del suo team che al contrario non vuole saperne di mollare il classico e il collaudato.

Nonostante ciò la sensazione che di veramente concreto "Voices" non porti nulla, oltre alle simpatiche coreografie e alle battutine ironiche (ma neanche troppo), è persistente. La tanto acclamata Rebel Wilson non regge affatto l'intero peso comico sulle sue spalle e, ad essere sinceri, ricordiamo di averla vista dare il suo meglio in precedenti lavori. Discorso simile vale per Anna Kendrick che dimostra di non possedere il physique du rôle per fare la protagonista, perdendo quasi sempre i confronti quando divide la scena coi suoi colleghi.

Jason Moore manca completamente l'obiettivo quindi, ed il peggio viene dal fatto che il suo film un obiettivo vero e proprio sembra persino non averlo mai avuto. "Voices" si riduce così a una storia dalle dinamiche e dagli esiti scontati e già visti ma ricoperta di una patina moderna che sarebbe dovuta bastare a farne un successo, quantomeno tra gli adolescenti. Leggerissimo intrattenimento a parte però di scolpito a lungo questa volta rimane ben poco, pochissimo, quasi nulla. 

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