Poi però qualcosa cambia e proprio nell’istante in cui la nostra testa sta per battezzare “Free Guy: Eroe Per Gioco” come un
prodotto già visto, scontato e stantio, ecco che viene fuori la soluzione diversa; quell’idea per la quale – in un certo senso –
la sua realizzazione è giustificabile.
Ci troviamo in un videogame – questo si può dire, non è spoiler – di ultima generazione, uno di quelli in cui
si usa quello strano vocabolario nerd che fa riferimento a parole tipo killare, bannare, bug, glitch, skin, PNG,
che se non hai mai preso un joystick in mano – ma forse anche se l’hai fatto, ed è passato del tempo – fai
fatica a comprendere e a gestire nella conversazione. Un videogame, dicevamo, all’interno del quale, all'improvviso,
accade qualcosa di strano, perché un personaggio – uno di quelli secondari, da sfondo, che all’occorrenza
puoi divertirti a prendere a calci e a pugni – decide di ribellarsi al suo codice e di prendere in mano la sua
vita. Un difetto (?) di programmazione che spiazza i videogiocatori e manda in crisi i tecnici del gioco,
incuriositi dall’evento, ma incaricati di sistemare qualsiasi errore possa mettere a repentaglio un’esperienza virtuale da milioni di dollari, che ha letteralmente conquistato il mondo intero. Eppure non tutto pare
essere così lineare, semplice, risolvibile andando a rimettere mano al codice binario: visto che il
cambiamento di questo Guy è strettamente legato alla comparsa dell’avatar di una donna che, partita dopo
partita, sta cercando di esplorare i vari scenari messi a disposizione, per entrare in possesso di una prova che
confermerebbe il furto di proprietà intellettuale eseguito ai suoi danni, da parte del creatore del titolo.
Un blockbuster estivo leggerissimo, quindi che, merito soprattutto della simpatia consacrata di Ryan Reynolds, scorre assai veloce, intrattenendo e sollecitando qualche risata.
Salvo per una sequenza in particolare - collocata nel finale - per la quale è possibile possiate sentire il bisogno di far partire un caloroso applauso, stracolmo di gioia e approvazione (ma magari, questo, riguarderà più gli appassionati di fumetti).
Salvo per una sequenza in particolare - collocata nel finale - per la quale è possibile possiate sentire il bisogno di far partire un caloroso applauso, stracolmo di gioia e approvazione (ma magari, questo, riguarderà più gli appassionati di fumetti).
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